Il futuro dell’esperienza mobile vista dal MIT

Smart mobility

Dopo una giornata passata tra la libreria del MIT e quella di Harward sfogliando e selezionando libri sugli advanced in communication and new media studies, puntuali alle 7:00 PM ci siamo presentati – Fabio, Luca ed io – al 77 Massachusetts Avenue a pochi passi dal nostro albergo, dove Federico Casalegno ci ha accolti nel suo laboratorio MIT Mobile Experience Lab.
I progetti su cui lavora sono incentrati su tre nodi fondamentali che vengono relzionati: luoghi, informazioni, persone. L’interazione mobile grazie a devices portatili è cresciuta moltissimo, così come le occasioni di connessione remota: come è possibile portare le nuove forme di relazione a connettersi ai luoghi?
La lunga chiacchierata con Federico ci ha permesso di mettere a fuoco gli sviluppi futuri e le vision sulle forme location based.
  1. Un primo progetto è e-Lens e si propone di ripensare l’interazione fra luoghi fisici e spazio urbano grazie a:
– accesso ad informazioni location based;
-social networking;
– grupi di discussione su base vocale.

 eLens 

 In pratica il gruppo progetto ha lavorato in via sperimentale a Manresa in Spagna taggando i luoghi (come semacode) attraverso applicazioni fisiche di tag cartacei su muri, monumenti, ecc. Questi tag vengono letti dai camera phone e localizzati su mappa dagli utenti che associano un messaggio vocale, musica, immagini, ecc. In pratica connettono il loro “vissuto” al luogo rendendolo disponibile agli appartenenti ad una comunità con i quali è possibile strutturare forme asincrone di conversazione via cellulare. Un filmato esplicativo qui.

2. Altro lavoro in corso è lo Smart Bus Lines che Federico sintetizza così:

Il futuro delle fermate del tram è essere dei giardini urbani

Ogni fermata è una struttura progettata per comunicare sul versante interno ed esterno. All’interno ha una funzione broadcast grazie ad una tecnologia touchscreen che consente di veicolare le informazioni di servizio (tempo arrivo autobus, percorso da compiere, ecc.) e il social networking grazie ai messaggi che gli utenti lasciano. La visione poetico/politica è:

Ogni messaggio è una foglia, ogni fermata un albero. Più c’è comunicazione a livello locale più il giardino è rigoglioso.

La parte esterna ha schermi che proie

ttano l’immagine costruita dalle relazioni sociali e la modificano in relazione alle condizioni ambinetali rilevate grazie a sensori (ad esempio il tasso di inquinamento tende ad ingrigirla). L’immagine poi interagisce con il passante: ad esempio se piove e viene colto il movimento di qualcuno che transita, un ombrello lo seguirà sugli schermi.
In pratica l’immagine finale è un prodotto del rapporto tra relazioni sociali ed ambiente circostante.
Qui sotto una foto dei modelli di progetto realizzati in stampa 3D al MIT.
Modelli a stampa 3D

 3. Un ultimo progetto, tra i tanti di cui abbiamo parlato, è Zambana – green village smart landscape. La visione utilizzata è di sostenibilità ecologica ed integra il design urbano con l’architettura sostenibile, il grren design, il risparmio energetico, i landscape intelligenti e forme poetiche di coinvolgimento degli individui.

La dimensione estetico/poetica contraddistingue molti dei lavori di questo laboratorio che è particolarmente attento al formismo  e a integrare la dimensione umanistica e relazionale nella visione applicativa delle tecnologie. In questo caso si tratta, ad esempio, di progettare architetture che rispondano all’ambiente grazie alle relazioni prodotte attraverso sensori. L’idea non è tanto quella di avere ambienti intelligenti ma abienti reattivi. Prendiamo una cosa semplice in natura: il girasole segue durante la gironata il sole, tale movimento viene colto da sensori che trasferiscono l’informazione alle tapparelle della casa che si reimpostano di conseguenza.

La conversazione è continuata a cena in uno scambio di idee e progetti che – incrociamo le dita – potrebbero avere qualche sviluppo.

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