Eluana e il futuro dei nostri corpi

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Particolare da immagine di Gioraro

Facciamo esperienza della vita degli altri attraverso i media. E questa esperienza che viviamo entra nella nostra vita come meccanismo di comprensione degli altri – e di noi stessi – ed è una base sulla quale ci costruiamo opinioni.

Questa è una condizione ormai stabile nella nostra esistenza.

A volte “gli altri” vanno intesi in modo generico, come nel caso della nostra frequentazione di prodotti dell’intrattenimento. Altre volte “l’altro” è un “altro” preciso, specifico, come nel caso dell’informazione.

Prendiamo la vicenda umana e mediale di Eluana Englaro.

Tu che idea ti sei fatto? A partire da cosa? Dai racconti della famiglia e di chi le è stata attorno in questi anni? Dalle immagini di lei giovanissima pubblicate accanto ad ogni notizia e che accompagnano ogni servizio? Le potenti voci delle istituzioni? Le foto dei tumulti di folla che tentano di bloccare l’ambulanza viste in tempo reale in Rete?

C’è uno scarto tra vissuto e realtà mediale e, talvolta, c’è un modo di fare giornalismo in questo paese che è capace di ricordarcelo.

Come nel pezzo di Marco Imarisio sul Corriere, nel quale la realtà di Eluana viene raccontata dal medico che ha stilato il protocollo per il “distacco” delle macchine:

«La cosa più angosciante, che mi ha accompagnato per tutto il percorso, è stato toccare con mano la grossa diversità che c’è stata tra il vissuto e la realtà». Il professore non l’aveva mai vista dal vero. Come tutti noi, solo fotografie di un passato diventato un immutabile presente. «Ho provato un dolore immenso per questa ragazza, che ci è stata presentata nel fiore della giovinezza, piena di gioia di vivere. Mi sono trovato davanti a una persona completamente diversa dall’immaginario che ognuno di noi si era creato».

E’ certamente giusto che costruiamo le nostre opinioni a partire dalle nostre convinzioni, da una morale che abita dentro di noi, dal nostro modo di vedere il mondo.

Ma le rappresentazioni del mondo che abitiamo nei media spesso costruiscono un immaginario che ci distacca sempre più dalla realtà dei corpi, dei vissuti…

Pensate a Eluana come “corpo”, come una “persona” incarnata… guardatela con gli occhi di quel medico, con la prospettiva di questo modo di fare informazione, e poi fatevi delle domande su come l’informazione e le istituzioni stanno trattando questo tema.

Ne va del futuro dei nostri corpi.

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