Twitter hackerato

Un’ora. Dalle 10 PM alle 11 PM Pacific Time. Un tempo lungo per la Rete quello nel quale la schermata di Twitter è stata sostituita da quella che vedete qui sopra. Twitter è stato hackerato. Una seconda volta.

Iranian Cyber Army

THIS SITE HAS BEEN HACKED BY IRANIAN CYBER ARMY

iRANiAN.CYBER.ARMY@GMAIL.COM

U.S.A. Think They Controlling And Managing Internet By Their Access, But THey Don’t, We Control And Manage Internet By Our Power, So Do Not Try To Stimulation Iranian Peoples To….

NOW WHICH COUNTRY IN EMBARGO LIST? IRAN? USA?
WE PUSH THEM IN EMBARGO LIST 😉
Take Care.

Sembrerebbe una pura azione di guerriglia online per produrre un contenuto simbolico: chi oscura chi? Chi ha il potere di oscurare l’informazione? Di creare black list?

Uno sfregio mediale. Politicamente compatibile con la rivoluzione verde via Twitter in Iran. Come dire: “Twitter è la nostra patria… ricordatelo”

A meno che sotto non ci sia dell’altro. Ad esempio il fatto che affidiamo a piattaforme online il mosaico della nostra identità (online!): contenuti che generiamo e diffondiamo generosamente, immagini che descrivono noi e i nostri amici, i nostri cari e le nostre emozioni, video montati frettolosamente o semplicemente frutto di citazioni… Il tutto protetti dietro l’uso di una password che custodiamo gelosamente e magari replichiamo ogni volta che entriamo in un nuovo social network, perchè anche lei è parte della nostra identità.

Dietro al gesto simbolico c’è anche la possibilità che username e password di Twitter siano state rubate. Una cosa che ci tocca direttamente, che va al cuore della Rete.

Come dice chi se ne intende anche da noi:

As a precaution, once Twitter is back up, it would be a good idea to change passwords of your accounts that share the same password as Twitter.

O forse non dovremmo farci prendere dal panico perché potrebbe essersi trattato solo di un DNS hijack.

Sia come sia l’obiettivo è stato raggiunto: mettere il dubbio.


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